Ogni 7 giorni un'Idea dal sottoscritto; una brevissima sintesi di un libro che ho appena letto (o che penso sia indispensabile); in più il link ad un articolo che mi è piaciuto.

E la Citazione Finale.

Buona lettura, vs. Francesco Carlà.

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1. A che età si può cominciare ad investire? (puntata 206 del 04/02/2023)

Qualche tempo fa ho ricevuto questa garbatissima lettera da un teenager che vuole emulare Buffett e diventare un bravo investitore.

Gli rispondo subito, prima ancora che voi leggiate la sua lettera. Poi, se volete, potete dire la vostra inviandomi consigli e suggerimenti per Marco.

Come sapete penso che non sia mai troppo presto per cominciare ad investire. Warren ha iniziato prestissimo e io stesso ho aiutato mio figlio Lodovico, che adesso ha 28 anni e sta diventando sempre più bravo, a cominciare quando di anni ne aveva 12.

Sfidando le ire dei politically correct e di chi pensa che il denaro sia il demonio.

Il denaro non è il demonio e investire è necessario se non si vuole vedere polverizzato il frutto del nostro lavoro e del nostro sacrosanto risparmio.

Quindi, ripeto, non è mai troppo presto a patto che si sia disposti a studiare molto, prepararsi a fondo, ed essere umili e desiderosi di imparare davvero, se si vuole avere successo.

E' così che ha fatto Buffett.

Ma c'è di più. Cominciare presto significa avere dalla nostra parte il più prezioso degli alleati. Il tempo.

Cominciare a 12 anni com'è successo a Lodovico, significa avere davanti 70 anni d'investimenti.

Lodovico è partito con qualche migliaio di euro e adesso, usando anche nuovi risparmi, si ritrova un bel gruzzolo.

Non vuole che riveli la cifra esatta -ò-

Un capitale di partenza anche piccolo, per esempio 3000 euro, con l'aggiunta continua di nuovo risparmio (per esempio altri 30000 euro all'anno considerando a spanne l'inflazione nei decenni), e immaginando un andamento medio dell'8% annuale, il suddetto capitale di partenza crescerebbe, dopo 70 anni, fino a quota:

Tenetevi forte: 88.786.413 euro. Quasi 90 milioni di euro.

Naturalmente si tratta di una semplice simulazione con molte variabili.

Ma la sintesi è sicurissima: è impossibile, secondo me, avere problemi finanziari se s'investe cominciando presto e seguendo le regole auree della Finanza democratica.

Buona lettura.

-Marco

Gentile Francesco Carlà,

Colgo l'occasione di questa mail per farle innanzitutto i complimenti per il suo sito, FinanzaWorld.it, che mi è parso subito utile e riuscito. Senza dilungarmi troppo e in una maniera azzardatamente confidenziale le espongo subito il tema di questa mail.

Sono un ragazzo di 17 anni, risiedo in provincia di Napoli, frequento il liceo scientifico e da un po' di tempo a questa parte mi sono appassionato in maniera molto forte al settore finanziario e in particolare all'ambito del mercato azionario.

Lei a questo punto si chiederà senz'altro: per quale motivo provi tanto interesse verso una materia che non puoi praticare attivamente essendo minorenne? Beh, la risposta per me è semplice. Io mi reputo una persona che ama guardare al futuro, anche in un futuro molto lontano; qualche volta mi domando che lavoro farò un giorno, come potrò rendermi utile per me e per gli altri.

Fino a qualche tempo fa non avevo una risposta precisa a queste domande ma ora credo di averla: mi piacerebbe entrare nel settore economico, diventare un investitore in Borsa e non solo.

Forse lei pensa che sono ragionamenti prematuri, ma mi creda non è così: spesso alla mia età e anche prima cominciano a svilupparsi diversi interessi e così è stato anche per me, ma l'interesse che provo per questo settore non l'ho mai provato prima d'ora (non le nascondo che ho già fatto un pensierino per intraprendere economia all'università).

Lei stesso poi riporta in una lettera sul suo sito che "bisogna cominciare al più presto possibile", ebbene anche io posso cominciare, presto, forse prima di chiunque altro, certo non investendo ora, nè magari fra un anno o due, ma posso sfruttare questo tempo per cominciare a imparare e conoscere l'attività di investitore, magari aprendo un conto virtuale per cominciare a prendere confidenza col mercato.

Seguire questo settore sin da ora credo che sarebbe un buon modo per occupare il tempo libero in maniera efficiente anche e soprattutto in vista del futuro.

Devo dire che nei primi approcci al settore borsistico che ho effettuato leggendo diversi documenti (tra cui anche alcuni suoi libri), non ho trovato grandi difficoltà nel capire i meccanismi di lavoro e di investimento, ma non posso nemmeno dire di averli assimilati al cento per cento, per quello servirà del tempo.

E' chiaro quindi che il tema di questa mail era di metterle in evidenza queste mie intenzioni e spero che lei mi possa dare una sua opinione, magari consigliarmi o anche se lo riterrà opportuno criticarmi.

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2. Il mio libro della settimana (206)

G. Riva & G. Garanzini: Mi chiamavano Rombo di tuono

(Rizzoli)

Pochissimi calciatori italiani hanno lasciato una scia di memoria come Gigi Riva, detto da Gianni Brera "Rombo di tuono".

Riva c'era la sera di Italia-Germania 4 a 3 e ha fatto gol. Riva ha firmato l'unico scudetto del suo Cagliari e non ha mai voluto andarsene dalla Sardegna...

"Vado per gli ottanta. L’ultima partita l’ho giocata che non ne avevo trentadue, e sarà anche vero che dura un attimo la gloria ma poi portarsela dentro per tutto questo tempo senza più la possibilità di rinverdirla è durissima. Anche un po’ crudele."

Inizia così Gigi Riva la sua lunga, eccezionale confessione autobiografica che in questo libro affida alla penna esperta di Gigi Garanzini. Monumento assoluto del calcio, Riva è un uomo profondamente riservato e finora non solo si è sempre tenuto lontano dalle cronache, ma non si è nemmeno mai raccontato.

Eppure – sono pochi ormai quelli che possono ricordarselo –, per alcuni anni Gigi Riva stregò il mondo con il suo istinto per il gol, diventò un mito (le due star più attese al Mondiale del Messico 1970 erano lui e Pelé) e dimostrò sempre personalità forte e decisa, anche con la scelta di legare tutta la propria carriera al Cagliari, rifiutando offerte stellari.

Queste pagine schiudono un mondo antico, forse irriconoscibile per i giovani di oggi, ma proprio per questo di grande ispirazione.

Dopo un’infanzia segnata da diversi lutti familiari nell’Italia impoverita del Dopoguerra, a diciott’anni Riva salì su un aereo a elica che in tre tappe lo portò da Varese a Cagliari, una destinazione che allora sembrava più lontana dell’Antartide.

Ma la Sardegna lo accolse come la madre che non aveva più, e non dovette passare molto tempo perché partisse la cavalcata del Cagliari verso lo scudetto ed esplodesse – per lui eroe schivo e affascinante come Hud il Selvaggio interpretato da Paul Newman – la gloria con i 35 gol segnati per l’Italia.

Però le fiabe più belle finiscono sempre troppo presto e fu proprio la Patria, a cui Riva sacrificò ben due gambe, a interrompere bruscamente la sua formidabile avventura. Chissà quanto ancora ci avrebbe fatto sognare se fosse durata anche solo un po’ di più."

3. L'articolo della settimana (206)

Che rapporti ci sono (davvero) tra Russia e Cina?

"Il presidente russo Vladimir Putin punta sulla prossima visita di Stato dell'omologo cinese Xi Jinping per dar prova della solidarietà di Pechino «nel contesto di pressioni e provocazioni senza precedenti da parte dell'Occidente».

La visita, prevista in primavera, è stata annunciata nel corso dei colloqui in videocollegamento tra i due leader, mentre in Russia continuavano i raid ucraini.

Ma, pur chiamando Putin "caro amico", Xi pragmaticamente ha mantenuto le distanze e invitato velatamente il capo del Cremlino a non chiudere la porta al negoziato con Kiev, pur consapevole che «la strada verso i colloqui di pace non sarà agevole»."

4. La citazione finale (206)

"Ogni problema ha tre soluzioni: la mia soluzione, la tua soluzione e la soluzione giusta."

(Platone)

A rileggerci il prossimo week end!

Vostro


Elenco delle puntate: